La riduzione di CO₂ nell’atmosfera grazie a un invertebrato multicellulare

Salpa Fusiformis

È un invertebrato multicellulare che contribuisce al “vertical carbon flux”, il che significa che metabolizza tonnellate di anidride carbonica presente nell’acqua del mare, l’accumula sui fondali ed evita che questa possa disperdersi nell’atmosfera.

Le salpe si riproducono rapidamente e in una sola giornata, e sono degli organismi ermafroditi. Durante la fase sessuata, danno vita a catene lunghissime componendo il cosiddetto “trenino dell’amore”.
Il nome scientifico è “Salpa maggiore”. Appartiene alla famiglia delle salpide. Le specie di questa famiglia si muovono in modo molto curioso, restringendosi e pompando acqua. Per questo hanno due fori attraverso i quali l’acqua scorre dentro e fuori attraverso il loro corpo. Con il pompaggio, le creature filtrano anche il loro cibo, il fitoplancton.

Salpe: pesci comuni in molti oceani

La specie è comune in diversi oceani. Si trovano in acque equatoriali, subtropicali, temperate e fredde. La maggiore concentrazione è nell’Oceano Antartico, vicino all’Antartide.

Salpa Fusiformis nel Mediterraneo

Sulle coste calabresi, in particolare nelle calde acque dello Ionio, quest’estate si stanno diffondendo questi organismi che sembrano di plastica trasparente. Non sono meduse, né pesci. Non sono urticanti o pericolosi, formano colonie e sono ermafroditi.

Ma cosa può significare la loro presenza nelle nostre acque?

“L’innalzamento della temperatura del Mediterraneo – spiega il Dott. Gianluca Carandino, un biologo marino,– potrebbe essere uno dei principali fattori nel determinare questo aumento nei nostri mari. Già alcuni anni fa sono stati avvistati nelle acque di Lipari (Messina) esemplari di Salpa Maxima non comune a queste latitudini. L’animale, infatti, vive sui fondali dell’Oceania e di vari arcipelaghi del Pacifico. La mancanza o la diminuzione di predatori, a causa dell’impatto antropico, potrebbe essere un altro fattore determinante, infatti la notevole riduzione di tartarughe marine o delfini che si nutrono di questi organismi planctonici potrebbe causare un’abbondanza di queste specie.”

La loro presenza, infatti, è sintomo di un mare pulito. Si è inoltre scoperto che questi organismi potrebbero svolgere un importante ruolo a livello ecosistemico sequestrando ogni giorno tonnellate di anidride carbonica, trasportandole dalla superficie al fondale marino, impedendo così alla CO2 di rientrare nell’atmosfera.

“I biologi statunitensi Laurence Madin, della Woods Hole Oceanographic Institution, e Patricia Kremer, dell’università del Connecticut, hanno grande fiducia nel loro potenziale, come emerge da una loro ricerca pubblicata nella rivista Deep Sea Research. La ricerca è il risultato di numerose spedizioni nel medio Atlantico eseguite nel corso di più di trent’anni, dalle quali è emerso che la specie studiata, Salpa aspera, prolifera in modo continuo fino a formare densi sciami in grado di coprire per mesi superfici anche di cento mila chilometri quadrati. Proprio per questa sua caratteristica con l’impiego delle più attuali tecnologie ricombinanti, una mutazione del corredo cromosomico porterebbe la Salpa aspera a diventare sempre più efficiente nel legarsi all’anidride carbonica presente nell’aria. Capace di metabolizzare, trattenendole, grandi quantità di CO2, questa se lasciata proliferare potrebbe dare risultati davvero significativi contro l’effetto serra” sostiene il Dott. Carandino.